Immagine dal profilo Instagram di Negozioleggero
Negozio leggero, un’ottima alternativa alla plastica e agli sprechi

Nascita ed evoluzione della plastica
1954, anno in cui la plastica è entrata prepotentemente nella vita di della popolazione. Si cercava un’alternativa, un’invenzione che rivoluzionasse e si adattasse meglio alla società che nel dopo guerra si stava evolvendo velocemente. Giulio Natta (chimico italiano vincitore di un premio Nobel) inventò il Polipropilene isotattico, più comunemente chiamato plastica.
Venduta inizialmente come più economica, più riutilizzabile e più ecologica: la plastica (se ci pensate bene inizialmente ecologica lo era per davvero, i sacchetti di carta, che allora andavano per la maggiore, per quanto si possa essere parsimoniosi nell’utilizzo hanno un deterioramento veloce e sono, o meglio erano, poco resistenti) non soffre l’umidità, è impermeabile, resiste a diversi tipi di solventi, è più resistente a sollecitazioni meccaniche ed è riutilizzabile numerose volte. Proprio per queste caratteristiche inizialmente poteva essere considerata un’alternativa più ecologica finché, non abbiamo incominciato a produrla freneticamente ed abusandone nell’utilizzo, come ad esempio per i packaging superflui di numerosi beni, per il confezionamento degli snack o per le bottiglie d’acqua non più con l’ottica di dover essere riutilizzabile negli anni ma con quella di strumento usa e getta. In pratica, come spesso avviene con le nuove tecnologie, non siamo stati in grado di capirla ed utilizzarla nel modo corretto.
Idea innovativa o ritorno al passato? Entrambi! Stiamo correndo ai ripari
Le idee retrò vincono e così, torna in voga il modo di fare spesa che utilizzavano, senza alternative, i nostri nonni. Eh sì perché la “spesa alla spina” così come viene chiamata adesso esisteva già tanti anni fa’, quando i generi di prima necessità si vendevano nei plateau o nei semplici sacchetti di carta.
Da un decennio abbondante ormai ci si è resi conto che qualcosa doveva cambiare e che questo sistema consumistico della vendita globale doveva finire. Tante nuove idee iniziarono a fluttuare nelle reti televisive, nei giornali e nei social media ma, nonostante le numerose soluzioni proposte, poche furono quelle che ebbero una concreta realizzazione.
Nel 2009 un’idea concepita da cinque ragazzi torinesi sembrò invece poter davvero cambiare qualcosa. Un progetto che ci riporta ad un periodo antecedente a quello della diffusione della plastica, proprio la “spesa alla spina” !
Dopo anni di attività, questa innovazione sembra ad oggi funzionare magnificamente ma, essendo ancora poco rinomata ed a causa di una scarsa sensibilità da parte delle grandi masse (purtroppo), numerosi sono ancora i passi da fare perché una vera e propria spesa sostenibile diventi un “habitué”.
Il Negozio leggero
Ecco il Negozio leggero! A mio parere questo è un progetto davvero importante e a cui ogni singolo cittadino può accedere facilmente. I fattori alla base di questi “zero-waste shops”? Pochi ma essenziali:
- abolizione totale della plastica: i prodotti (pasta, biscotti, detersivi, thè e tisane, cereali e molto altro ancora) vengono venduti sfusi in sacchetti biodegradabili cartacei, sempre che l’acquirente non sia dotato di contenitore riutilizzabile portato da casa
- ogni cliente compra la quantità di cui ha bisogno, proprio nell’intento ridurre anche i rifiuti generati dallo spreco alimentare dato dai formati standard.
- attenzione all’origine dei prodotti: sono favoriti i beni locali, privilegiando inoltre i produttori che lavorano nell’intento di ridurre l’impatto ambientale
I “Negozi leggeri” sono forse una delle realtà più green in forte espansione e ad oggi contano 15 punti vendita in Italia, Francia e Svizzera. Questi zero-waste shops, per dirla all’inglese, sono predestinati a rubare un po’ di scena alle grandi catene, dato il loro punto forte plastic free.
In questo shop potrete trovare tanta varietà, dai legumi ai saponi, dal vino alla pasta
Come già anticipato, i “Negozi leggeri” ormai presenti sul mercato da una decina d’anni stanno conquistando importanti fette di mercato. Tale espansione è però ancora molto lenta, in modo particolare a causa di 3 fattori:
- Prezzo: non è ancora molto competitivo, considerando che solitamente in questi shop si trovano alimenti “slow food” e di alta qualità. Inoltre, non essendo ancora molto diffusi, non riescono a sfruttare i vantaggi delle economie di scale del settore.
- Igiene: gli alimenti venduti sono usualmente conservati in piccoli contenitori, considerati dalla maggioranza meno “sicuri” e con minor capacita’ di conservazione rispetto i metodi di packaging utilizzati dalla grande distribuzione. Se vi è un buon metodo di conservazione non vi è alcun pericolo e gli standard possono igenici possono esser comparati a quelli dei supermercati
- Fama: Non sono ancora conosciuti in larga scala dalla popolazione.
Forza perciò! Chi può si informi meglio sui vantaggi offerti da questi negozi, rivoluzionando così le modalità di acquisto.
Fate un piccolo cambiamento nella vostra routine per il bene di tutti!
Se ancora non vi fosse chiaro sia necessario fare qualcosa, osservate l’immagine sotto

Sapete quanto tempo impiega per degradarsi ogni singola bottiglia a partire da oggi 22/04/2020? Beh ecco la risposta..
giorni
ore minuti secondi
fino a
Tempo di vita rimanente ad una bottiglia gettata in natura..
Alternativa
Sconcertante..non trovate? Una singola bottiglia impiega mediamente (dipende dal tipo di plastica e dalla raffinazione) 500 anni per degradarsi..
Perciò fate la vostra scelta e se dovete usare la plastica fatelo in maniera razionale e consapevole!
Spero vi sia piaciuto, grazie!
P.S. In altoo in basso a destra della pagina potrete trovare altri articoli dedicati al tema e altre cosette interessanti ovviamente sempre in tema “green”, se volete approfondire fateci un giro! 😉
A presto!
Ottimo 🐞
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