Compattatori per il riciclo della plastica

I compattatori: un modo per il riciclo consapevole della plastica

Torno qui oggi per parlarvi di un progetto che nasce in Germania nel 2010.

L’idea si basa sulla restituzione delle bottiglie dopo l’utilizzo. Lo Stato impone un prezzo maggiorato alle bottiglie di plastica direttamente all’acquisto, che verrà poi restituita nel momento in cui il cittadino inserisce tale bottiglia in uno dei numerosi compattatori di plastica, che è possibile trovare in diversi luoghi pubblici, come nei supermercati o al cinema. Ciò fa sì che se il consumatore decide di buttare via la bottiglia, egli perde inevitabilmente il surplus pagato all’acquisto. E così, in Germania si è scoperto che i singoli cittadini in preda ad un’inevitabile perdita economica diventino più virtuosi e rispettosi dell’ambiente. Non ci avresti mai creduto vero!?

La PET

In questo articolo si parla solo della materia plastica utilizzata al 95% per la realizzazione delle bottigliette: la cosiddetta PET.

La PET è un tipo particolare di poliestere, adoperato per la realizzazione della maggior parte delle classiche bottiglie d’acqua, per via delle sue caratteristiche di resistenza, trasparenza e con poco rilascio di materiale plastico all’interno dei fluidi (quest’ultimo è anche il suo più grande difetto siccome poi ci mette 500 anni per degradarsi nell’ambiente). Il sistema messo in moto dalla Germania per il riciclo di questo materiale, in pochi anni ha portato ad un rilascio di PET nell’ambiente sempre minore fino ad arrivare ad un riciclo molto vicino al 100%.

Il mondo della materie plastiche viene definito da molte persone semplicemente con la parola “plastica”. Questo è il primo errore superficiale che aiuta a perpetuare l’ignoranza in materia e a far sì che il riciclo “intelligente” non possa avverarsi.

Sapete quanti tipi di materiali plastici esistono tra i più comuni?

Ben 48!!

Ognuno di questi 48 materiali plastici per essere riciclato, per poi poterlo riutilizzare, dev’essere prima diviso per categoria. Per la maggior parte di esse esistono cicli di riciclaggio diversi mentre per altre, ad oggi non esiste ancora una modalità di recupero perciò, devono essere buttate via e smaltite. La Pet che stiamo trattando è la più facilmente riciclabile.

Vari tipi di plastica

Un’ altra soluzione possibile?

Dividerla! Tutti i differenti tipi dovrebbero essere divisi gli uni dagli altri ma, per fare questo, la gente dovrebbe agire da sé. Personalmente sono convinto che tale idea non verrebbe accettata di buon grado, considerando che già per la canonica differenziata (molto più banale), la reazione non fu tra le più felici. Ah sì giusto, potrebbe farlo anche lo Stato, organizzando punti di smistamento e divisione per qualità! Ma ovviamente anche questa ipotesi non potrebbe mai andar in porto, dato che è troppo costosa mentre bruciarla è decisamente più economica e redditizia.

La soluzione italiana

Questa volta l’input a una vera reazione a livello italiano nei confronti della plastica PET derivante dalle bottigliette di plastica, sembra essere concreta. Per la prima volta la proposta proviene da un imprenditore, Alberto Bertone amministratore delegato e fondatore di Acqua Sant’anna! Tutt’ora l’azienda leader Italiana per vendita d’acqua in imballaggi di PET, con una produzione di 1,5 miliardi di bottiglie per un fatturato nel 2018 di 280 milioni! Crescita impressionante pensando che nel 2016 era “solo” di 199 milioni.

Riguardo l’argomento della plastica, in una recente intervista, hanno fatto scalpore le dichiarazioni di Bertone il quale afferma che l’unica soluzione è l’introduzione della cauzione sulla plastica PET.

Bertone semplificò molto il problema dell’inquinamento ambientale, che ad oggi è il risultato di mille azioni diverse ma comunque, la sua proposta potrebbe essere un buon inizio per fronteggiare tale questione!

Reputo che ci siano decine di ricette per migliorare la situazione ma tutte hanno costi applicativi, decisionali e gestionali molto alti. Al contrario, questa soluzione praticamente a costo zero potrebbe rappresentare il punto di svolta e una buona partenza.

Eccone uno dei tanti esempi

P.S. In Italia sono ad oggi decine i progetti attivi per il riciclo di Pet con eco compattatori. Il problema è che sono tutte iniziative locali e, dati gli alti costi di manutenzione e la bassa redditività, sono stai abbandonati o sono in via di declino. L’unico modo per far sì che funzioni è quello di un intervento statale, che operi nel modo spiegato sotto.

Gioco a somma zero

La proposta di Bertone è un gioco a soma zero: lui propone che ci sia un aumento dettato dal governo di 10 centesimi per ogni bottiglia venduta, che verranno poi restituiti al consumatore dagli ecocompattatori nel momento in cui egli decida di riciclare tale PET.

L’idea quindi sembrerebbe essere una proposta valida ma, se questo gioco in realtà non fosse a somma zero? Non sarebbe ancora meglio? Soprattutto considerando che noi siamo i primi consumatori di plastica in Europa!

Se noi spendessimo 10 centesimi in più per ogni bottiglia ed al momento della restituzione ce ne tornassero 12? Sarebbe un piccolo incentivo in più con un basso costo per lo Stato.

Ogni anno vengono venduti in Italia 9 miliardi di bottiglie di plastica, ciò vorrebbe dire 0,02 x 9’000’000’000 = 180 milioni all’anno di costi per lo Stato se tutte le bottiglie di acqua comprate fossero restituite. Possono sembrare tanti ma per un progetto che punta ad un ottimo impatto ecologico, per l’ottava economia mondiale, non sono poi così tanti. Inoltre lo Stato, attraverso il calcolo degli introiti derivanti dai compattatori, potrebbe conteggiare la quantità quasi esatta di bottiglie riciclate e quelle che invece non lo sono state. Quindi lo Stato, trovandosi la plastica già divisa divisa nelle varie categorie, dovrebbe solo dedicarsi al ritiro e alla vendita della PET alle fonderie, ricavandoci molti più soldi rispetto all’utilizzo degli inceneritori.

Un’ottima idea per:

  • I cittadini che guadagnerebbero da una corretta gestione della plastica
  • Lo Stato che guadagnerebbe dalla sua vendita a fronte di una piccola parte devoluta ai cittadini virtuosi
  • E più di tutti l’ambiente, che vedrebbe molta meno plastica dispersa in ambiente

Ovviamente sarebbe meglio puntare sui materiali ed imballaggi ecologici e biodegradabili, a parer mio però questo progetto è un buon intermezzo tra le due cose: chi vuole cambiare le proprie abitudini, avvicinandosi ad uno stile di vita eco sostenibile lo sta già facendo, chi ancora non lo fa’ troverebbe sempre più vantaggioso farlo

Molti continuano a dire che questa non è la soluzione e che sono altre le riforme davvero utili. Sono d’accordo ma questo è un buon intermezzo!

Purtroppo, la verità è che basterebbe che tutti si portassero dietro una bottiglia in alluminio riutilizzabile migliaia di volte senza effetti collaterali, e che tutti noi limitassimo il nostro impatto ambientale ma ahimè questo nostro vivere frenetico e la inadeguata educazione civica di molti, impedisce che il problema sia risolto dall’individualismo.

Vedremo come si evolverà la situazione nel frattempo non possiamo far altro che impegnarci nell’individualità nel migliorare le nostre abitudini cercando di trasmetterle a chi ci sta vicino.

Naturecology

Il più grande progetto su cui si può puntare siamo noi stessi.

Fatemi sapere cosa ne pensate!

Una opinione su "Compattatori per il riciclo della plastica"

  1. Molto interessante questo articolo. Per quanto mi riguarda da quando vivo in montagna non prendo più acqua minerale in bottiglia di plastica: ho una fonte vicina a casa e, come tutti, la prendiamo con bottiglie di vetro. Mi auguro che si faccia tutto il possibile per riciclare al massimo e per eliminare nei prodotti imballaggi sovrabbondanti.
    Buona serata
    Eletta
    🐞

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